Manifesto dei Valori

Manifesto dei Valoridel Partito Democratico

Approvato il 16 febbraio 2008

Le ragioni del Partito Democratico

La nascita del Partito Democratico ha creato le condizioni per una svolta, non soltanto politica,ma anche culturale e morale, nella vicenda italiana. È in campo una forza che si propone di dare al Paese,finalmente, una nuova guida. Si riapre una speranza, si può tornare a pensare il futuro. Questa grandeforza popolare, intorno alla quale si stanno raccogliendo le tradizioni culturali e politiche riformatrici delPaese, si pone il compito di mobilitare le energie e i valori del nostro popolo per rimettere questo Paese incammino. Bisogna fare un’Italia nuova. Questa è la ragione ed è la missione del Partito Democratico:ricollocare l’Italia negli inediti scenari aperti dalla globalizzazione del mondo, riunire gli italiani sullabase di un rinnovato patto di cittadinanza, dare loro la coscienza e l’orgoglio di essere una grandenazione.

 

Non possono più restare senza risposta le grandi domande dei giovani i quali, per la prima voltadal dopoguerra, non hanno fiducia nel futuro e temono un destino di precarietà e insicurezza permanenti.È tempo di abbattere gli ostacoli che vengono da una società chiusa, soffocata dai corporativismi, e chedifende l’esistente e le rendite di posizione. Ridare voce ai giovaniè essenziale perché sono loro a porrequella domanda di valorizzazione dei talenti e delle energie e di liberalizzazione della società che è ormaiineludibile.La possibilità e la necessità stessa di questo disegno sono nelle cose. Una gran parte degli assettisociali e delle strutture di governo dello Stato e dell’economia italiani è diventata anacronistica e non èpiù in grado di rispondere alle nuove sfide della mondializzazione.

 

A ciò si è aggiunto il fatto che unsistema politico rissoso e frammentato ha indebolito gravemente la capacità dei governi e delle istituzionidemocratiche di prendere le grandi decisioni che sono necessarie allo sviluppo del Paese. Si è creato cosìun vuoto politico molto pericoloso, che ha dato spazio alla demagogia populistica, all’arroganza diristrette oligarchie e anche a poteri opachi che tendono a sottrarsi al controllo della legge e delleistituzioni democratiche.

 

Il Paese, di conseguenza, perde fiducia in se stesso e non utilizza tutto il suo potenziale dicrescita, non investe a sufficienza nella ricerca, nella cultura e nell’educazione, non si mette in condizionedi generare nuove iniziative imprenditoriali, penalizzando così le giovani generazioni, il talento delledonne, le forze creative della nazione. Diventa reale il rischio che l’Italia si declassi nel mondo e si dividatra aree forti, integrate in Europa, ed aree marginali e dipendenti; tra ceti capaci di competere consuccesso nel mondo globalizzato e vasti strati sociali in sofferenza, di nuovo in lotta con la povertà.Il Partito Democratico nasce per affermare che questo non è un destino inevitabile. Il suomessaggio di fiducia parte dalla convinzione che le energie del Paese sono grandi e possono essererisvegliate attraverso un processo di profondo rinnovamento della società italiana e la formazione di unanuova classe dirigente, in grado di tornare a guidare gli italiani sulle vie del mondo, quelle vie che ungrande popolo come il nostro ha saputo percorrere per secoli con la sua civiltà.

 

Questa è la novità del Partito Democratico. Nasce un partito che è determinato ad affrontare ilnodo che sta soffocando il paese: la mancanza di una democrazia forte, in grado di decidere. Proprioperché non si riconosce più in rigide ideologie di appartenenza, la società italiana ha bisogno di un nuovoquadro politico di riferimento. Nel Partito Democratico confluiscono grandi tradizioni, consapevoli dellaloro inadeguatezza, da sole, a costituire questo riferimento.

 

Grandi tradizioni, tra le quali quel profondoprocesso unitario che fu alla base della lotta al fascismo e della guerra di liberazione. Un processopolitico, ma anche ideale e sociale, che consentì alla vecchia Italia di compiere una rivoluzionedemocratica. Tuttavia il problema di oggi, se vogliamo far rivivere questo patrimonio, non è mettereinsieme i resti di storie passate, ma elaborare una visione condivisa del mondo, costruendo su questa baseil progetto di una nuova Italia.In questo difficile passaggio, il Partito Democratico rappresenta lo sviluppo e la realizzazionedell’Ulivo, come soggetto e progetto di centrosinistra nel quadro di un bipolarismo maturo. Un partitodemocratico e riformatore non solo nella sua ispirazione ideale e programmatica, ma anche in quantoattivamente impegnato a promuovere l’evoluzione e la riforma del sistema politico­istituzionale verso unademocrazia competitiva, imperniata sulla sovranità del cittadino­elettore, arbitro della scelta di governo.

 

La vocazione maggioritaria del Partito Democratico, il suo proporsi come partito del Paese,come grande forza nazionale, si manifesta nel pensare se stesso, la propria identità e la propria politica,non già in termini di rappresentanza parziale di segmenti più o meno grandi della società, ma comeproiezione della sua profonda aderenza alle articolazioni e alle autonomie civili, sociali e istituzionaliproprie del pluralismo della storia italiana e della complessità della società contemporanea, in una visionepiù ampia dell’interesse generale e in una sintesi di governo, che sia in grado di dare adeguate risposte aigrandi problemi del presente e del futuro.Nasce da qui l’esigenza di costruire un bipolarismo nuovo, fondato su chiare alleanze per ilgoverno e non più su coalizioni eterogenee, il cui solo obiettivo sia battere l’avversario.

 

Ciò che noivogliamo è coniugare l’intransigenza sui princìpi e sui valori, la passione per i grandi obiettivi politici eprogrammatici che motivano la scelta per il centrosinistra, con il rispetto per gli avversari, il ripudio della violenza reale e simbolica, il senso del limite della politica, la sua laicità.Il superamento della crisi della politica può essere perseguito solo attraverso la promozione diuna nuova classe dirigente e un rinnovamento delle sue forme di selezione che stabilisca un rapporto piùdiretto e costante fra la politica e la società, riduca i privilegi impropri della dirigenza politica e laelefantiasi degli organismi istituzionali. La libertà delle donne sta cambiando il mondo. Le donne si collocano al centro del ripensamentoprofondo che è in atto e che riguarda i modi in cui si sviluppano le società umane.

 

Esse impongono uncambiamento radicale nelle relazioni tra le persone. Tuttavia sono oggetto di reazioni feroci, di violenzesessuali, di violazioni del corpo. Contro tutto ciò noi abbiamo il dovere di combattere. Anche in Italia lapresenza delle donne nel lavoro e nella vita civile ha rappresentato una parte rilevante della crescitaeconomica e culturale e ha condizionato la nostra modernizzazione. È tempo quindi di superare graviritardi e di aprire le porte alle donne dando loro non solo gli stessi diritti ma anche le stesse opportunità intutti i campi, compresa la politica.

 

L'Italia non è giusta né forte se impedisce alla metà del Paese diesprimere al meglio i propri talenti. Le donne sono le prime interessate al rinnovamento della politica.Perciò il Partito Democratico sarà coerente rispetto alla grande novità con cui si è presentato al Paese: il50 per cento di donne nelle sue assemblee costituenti nazionali e regionali.2. Un partito aperto nel mondo globalizzatoIl Partito Democratico si presenta agli italiani come un partito aperto, uno spazio concreto didialogo costruttivo e propositivo; un laboratorio di idee e di progetti, in cui le diverse storie politiche,culturali ed umane che sono venute a formarlo diventano fattore di arricchimento e fecondazionereciproca; un soggetto politico nuovo che vuole affrontare le radicali trasformazioni in atto in Italia, inEuropa e nel mondo.

 

La sua progettualità politica non può prescindere dagli scenari aperti dalla globalizzazione: unprocesso che instaura legami sempre più fitti e irreversibili di interdipendenza fra nazioni, popoli e culturea livello planetario. Un’intensa circolazione di persone, di merci, di capitali, di idee, di risorse attraversa etrasforma i continenti, determinando geografie umane, economiche e finanziarie che sfuggono alledefinizioni e ai controlli tradizionali. È questa realtà in costante mutamento che rende necessario unripensamento della politica e una ridefinizione dell’idea e dei poteri degli Stati nazionali. Sta qui laragione per cui i grandi partiti che dominarono le società industriali del Novecento appaiono ormaianacronistici.

 

È la necessità di misurarci con i processi storici e culturali in atto, che coinvolgono i popoliin un comune destino planetario, è l’urgenza di affrontare inediti e decisivi problemi globali, a cominciaredai cambiamenti climatici, a imporre la necessità di rafforzare e rinnovare le istituzioni internazionali emultilaterali, a cominciare dalle Nazioni Unite. Non possiamo più parlare di una condizione umana acquisita una volta per tutte: le conseguenzedelle ricerche in campo genetico e biomedico, i cambiamenti culturali e comportamentali indotti dalleinnovazioni tecnologiche ed economiche, il carattere globale degli scambi fra nazioni e culture innescanouna rapida evoluzione di tutte le identità umane, individuali e collettive. Sempre più la “natura umana”appare nella sua unicità e vulnerabilità, e risulta dipendere dalla nostra consapevolezza e dalla nostraresponsabilità verso le future generazioni e la natura.Sempre più, il sapere si rivela come il discrimine che può separare grandi opportunità da enormidisuguaglianze sociali. La frattura tra coloro che sanno e coloro che non sono ammessi al sapere puòrappresentare un rischio grave per la democrazia.

 

Il Partito Democratico, in questo scenario, si batte perun accesso universale al sapere, quale espressione di un nuovo umanesimo: un grande progetto didemocrazia della conoscenza, che aiuti i cittadini a comprendere le implicazioni degli sviluppi tecnico­scientifici, nonché i dilemmi etici e antropologici che essi possono sollevare.Tutto il nostro sguardo è rivolto al futuro. Negli scenari complessi del mondo globalizzato nonesistono solamente nuovi problemi, ma anche nuove opportunità. Si è aperta una nuova epoca. È cambiatala geografia politica ed economica del mondo. La crescita di nuove potenze come la Cina, l’India, ilBrasile, muta non solo l’asse dello sviluppo economico, ma la presenza reale delle masse umane sullascena del mondo e impone all’intera umanità di attuare le condizioni di uno sviluppo sostenibile, nelquale il cammino verso il benessere di tanti non si traduca in una crisi ecologica irreversibile per tutti.Milioni di persone, in gran parte giovani, sono entrati nella rete dei consumi, dei bisogni, delleinformazioni.

 

Con l’assoluta necessità di affermare la propria identità e quindi il rischio che in assenza dinuovi valori il vuoto venga riempito da contrapposizioni razziali, violenze, guerre di religioni. Di qui laricca la società italiana. Un mercato aperto è strumento essenziale per la crescita. Compito dello Stato nonè interferire nelle attività economiche, ma fissare le regole per il buon funzionamento del mercato, permantenere la concorrenza anche con politiche di liberalizzazione e per creare le condizioni di contesto edi convenienza utili a promuovere innovazione e qualità.Noi vogliamo una società aperta che consideri le persone in base alle loro qualità, rimuovendogli ostacoli economici e sociali, e premiando il merito e non i privilegi.

 

Vogliamo che a ciascuno siagarantita la libertà di realizzarsi secondo i suoi talenti e le sue inclinazioni, senza distinzioni di genere odi provenienza sociale, di opinioni politiche o religiose. L’estensione dei diritti di cittadinanza è partecostitutiva di una concezione moderna della crescita, oltre i soli parametri economici. Cittadinanza einclusione sono la leva di un nuovo civismo e di nuove opportunità per i singoli, nelle scelte formative eprofessionali, come nella dimensione sociale e affettiva. In questo quadro vanno riconosciuti e disciplinatiper legge i diritti e doveri delle persone conviventi in unioni di fatto.Ci ò che deve scandalizzare non è solo la povertà, è la mancanza di opportunità: la povertà di unbambino che non può studiare, lo sfruttamento indecente di un lavoratore, la frustrazione di un giovaneche si vede chiudere tutte le porte, di una donna che deve ancora scegliere fra maternità e lavoro.Correggere le differenze abissali dei punti di partenza tipici di una società chiusa e castale, e offrireuguali opportunità a tutti sono i due pilastri che tengono insieme sviluppo ed equità.

 

Rimettere in movimento le forze produttive, l’intelligenza, la creatività, la cultura non sarà unaoperazione indolore. Comporta uno scontro duro con privilegi grandi e piccoli molto ramificati. Proprio per questo il Paese ha bisogno di una forza politica che abbia il coraggio di affrontare quel groviglio dicompromessi che ha creato rendite corporative o speculative, favorendo il lavoro nero e l’esclusionerelativa delle donne e dei giovani dalle attività produttive, che ha alimentato le arretratezze dei servizi,della scuola, della ricerca, della giustizia, della pubblica amministrazione. Noi intendiamo affrontarequesto compito. Cruciale èla dignità del lavoro, che dev’essere difesa e valorizzata in tutte le sue espressioni.Questo è il nostro impegno ed esso si colloca nel solco di quello che è sempre stato un obiettivo primariodelle tradizioni politiche e culturali che convergono nel Partito Democratico. Il lavoro è unamanifestazione essenziale della creatività umana; realizza le capacità e rafforza l’autonomia e la dignitàdelle persone; è fattore insostituibile di dinamismo sociale, luogo e strumento per la trasmissione diesperienze e di cultura. In particolare, il lavoro delle donne, la sua concreta ed effettiva promozione,anche attraverso politiche di incentivazione dell’occupazione femminile e di armonizzazione con illavoro di cura e la sua redistribuzione tra i sessi, è un fattore essenziale per la crescita economica e lamodernizzazione del Paese.

 

Ovunque, il lavoro si è enormemente differenziato, anche perché la velocità dei processiinnovativi impone flessibilità e frequenti cambiamenti nel corso della vita lavorativa. Ma è la naturastessa della produzione a chiedere sempre meno fatica e sempre più partecipazione, sapere, intelligenza,ed è questo a richiedere non la riduzione del lavoro a merce precaria esposta a continui pericoli anchemortali, bensì la sua tutela e la valorizzazione del suo ruolo sociale. Il lavoro è la vera ricchezza dellenazioni ed è una leva potente per spingere le imprese verso produzioni più qualificate. Nessun Paese puòessere fondato su lavori “precari” e su “vite di scarto”.

 

Il Partito Democratico si muove nella pienaconsapevolezza che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.Nella società attuale, in un mondo globalizzato e tecnologico, è cresciuta l’interdipendenza fraimpresa e lavoro. Nella nuova economia è necessario il coinvolgimento del mondo del lavoro sia nellegrandi questioni sociali con forme efficaci di concertazione, sia nell’impresa, attraverso nuove forme didemocrazia economica. La partecipazione dei lavoratori nell’impresa è